Iren torna a minacciare sanzioni e penali. Chi dovrà sborsare se i propositi diverranno realtà? Toccherà ai parmigiani già vessati da aliquote da record? L'ultimo (penultimo) capitolo della vicenda termovalorizzatore è l'ennesimo di un tremendo pasticcio all'italiana. Il Comune ha piazzato la bandierina nel campo avversario e potrà dire: l'inceneritore (seppure per qualche ora) lo abbiamo fermato. La Provincia mantiene la posizione: è favorevole da sempre all'impianto, non lo rinnega ma attua in pieno il ruolo di controllore che le compete. La multiutility, forse presa dalla troppa fretta, avrebbe trascurato passaggi importanti e non è una bella cosa per un'azienda quotata in Borsa con manager lautamente pagati anche grazie ai proventi delle bollette pagate dai cittadini. Iren che tra l'altro, in tempi di tagli, è una delle poche fonti di entrata per il municipio, socio pubblico dell'azienda: gli sgravi alle rette degli asili sono stati attuati coi proventi del dividendo Iren. In mezzo a questo caos ci sono i tanti che hanno perso il filo di una vicenda emblematica di molti iter amministrativi in salsa tricolore. Un paese dove tutti hanno torto e contemporaneamente ragione. L'inceneritore ripartirà ma di sicuro Parma - per l'ennesima volta in questi ultimi anni - rischia di fare una pessima figura.
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